We use cookies - they help us provide you with a better online experience.
By using our website you accept that we may store and access cookies on your device.

[SpotligHT] Rubrica, la mia storiA: mano a carte con Blade, l'HT-mentalist

Esistono giochi di carte di cui ti innamori come per magia e giochi di magia con cui finisci per “incartarti” senza riuscire più a smettere.
E poi ti imbatti in un manageriale in cui devi “acquisire abilità” per avere il maggior numero possibile di carte a disposizione. Nel quale il motore di gioco è quasi magico, croce e delizia di ogni aspirante coach. Una competizione senza esclusione di colpi (di random) che alla lunga vede sempre emergere, e premia, i migliori.
Non sarà forse un punto di vista universalmente condiviso, ma è facile trovarsi d’accordo con BladeSpirit su tanti concetti del suo modo di vivere Hattrick. Un giocatore seriale, incallito, un HT-mentalist a cui non sfuggono le mille sfaccettature programmabili del sito e quella sua dose di imponderabile imprevedibilità.

Ci sono incontri in cui scocca subito la scintilla. Lo scambio di idee viaggia su un binario comune e l’affinità che riscontri è quasi sorprendente.
Ed è affascinante constatare come l’amore per un gioco online possa essere tale da scandire le abitudini quotidiane, come se l’agenda degli impegni fosse in realtà la settimana di Hattrick.
Il piacevole caffè virtuale con BladeSpirit, dilazionato in più giorni per diluire il grado di eccitazione, ci restituisce l’immagine di un manager a tutto tondo, di quelli che “sanno il fatto loro”, ormai scafato negli ambienti della serie A.
Un manager metodico ma di formazione “fantastica”, amante dei giochi di magia e di carte.
Che poi passare dalla prima passione per le carte ai dadi verdi, perché questo è in soldoni Hattrick, il passo è stato breve.

Andiamo a scoprire la sua ricetta di longevità e competitività ad alti livelli.

Ciao Blade, presentati. Chi sei? Quanti anni hai? Cosa fai nella vita? Perché hai deciso di farti intervistare? Ah no, quello dovrei chiedermelo io.

Allora, io mi chiamo Andrea, ho 38 anni e ho passato quasi 13 della mia vita giocando a Hattrick; ci gioco infatti, inspiegabilmente, da 12 anni, peraltro senza aver vinto ancora un trofeo!
Nella vita faccio l'impiegato, sono ingegnere e mi occupo di progettazione/manutenzione e in generale di performance di centrali elettriche.


Subito una curiosità, la scelta del nickname: dobbiamo attribuirla alla tua devozione per il film Blade Runner o per i famosi coltelli Miracle Blade dell’indimenticabile chef Tony? Il nome del tuo team, The Perfect Storm, è, invece, uno stato d’animo ricorrente o, piuttosto, un tributo al film americano uscito nel 2000?

Che domanda intelligente, caspita! In realtà, io ho giocato online a 2 giochi, seriamente. Hattrick è il secondo, mentre Ultima Online è il primo. Ci giocai dal 1999 al 2010 direi, molto attivamente. Ci conobbi pure uno Zagor ante Hattrick nel ‘99! In pratica è una magia legata a quel gioco. Mi piaceva il nome. Ciononostante adoro Blade Runner, mentre non sono un fan dei Miracle Blade.
The Perfect Storm: nome dato nel 2007 quando giocavo assiduamente a Magic, il gioco di carte collezionabili. Era uno dei mazzi in voga in quell'epoca, che mi ero fatto e con cui adoravo giocare. Era appunto il nome di quel mazzo, e un nome che mi piaceva un sacco!


(per chi ha l’imperdonabile colpa di non conoscere lo chef Tony: (https://www.youtube.com/watch?v=zU_47Ch6z5c))

38-13 fa 25 anni. Com’è cambiata la tua vita da allora? (Traduco: hai messo la testa a posto?) Perché a distanza di tutto questo tempo continui a giocare a Hattrick?

La mia vita è cambiata in meglio, direi! Mi sono sposato, e ora ho due bimbi di 3 e 5 anni che sono delle meraviglie assolute! Hattrick ormai è uno stato mentale. Sabati mattina scanditi da partite, venerdì mattina tra allenamento, aste, rotazioni staff sono ormai parte di routine quotidiane molto molto consolidate. Smettere è impossibile, specie per tutti gli amici che ci si è fatti strada facendo, e perché ci sono sempre obiettivi per cui lottare e campi in cui migliorare.

Parliamo del Blade manager. Puoi elencarci quelli che ritieni i tuoi punti di forza e di debolezza? Quali sono a tuo avviso i “must” per raggiungere la cima della piramide, per entrare nel gotha dei migliori?

Io credo che per raggiungere la cima di Hattrick uno debba saper fare tutto, e lo debba fare per un periodo di tempo sufficientemente lungo da permettere al random di non dare fastidio. Ad esempio, meglio avere progetti che portano a competitività alta nel tempo, diciamo 550 hatstats per anni e anni, piuttosto che progetti da 580 - 600 hatstats ma per una o due stagioni, dove l'incidenza del random è elevata. Progetti longevi e infiniti hanno anche il pregio di potersi modulare. La stagione che ne perdi due in casa inutile che ti sbatti, rilassati e fai soldi rallentando. La stagione che però indovini due trasferte chiave spingi. Insomma dosa le energie a seconda di come Hattrick ti benedice. Assecondalo, non remargli contro, tanto non si va da nessuna parte.
I punti di forza credo siano la buona lettura delle stagioni, intese come strategie. Il che basta a limitarsi a indovinare se il tuo avversario fa possesso o contropiede. Il resto è solo estetica. Indovinato questo e pianificato bene la tua stagione, ma sempre assecondando Hattrick, sei a cavallo! Questo lo ritengo un mio punto di forza, assieme al fatto di non aver mai fatto il passo più lungo della gamba. Una volta sapevo solo di strategia, ma non sapevo allenare né sapevo tantomeno tradare. Poi ho imparato a tradare (portieri, mica roba da scienziati, eh!) e ad allenare (sempre parate, sono un po' limitato). Unito a questo si deve sempre studiare il gioco per capire come costruire la rosa massimizzando le risorse a disposizione. Quindi sapendo fare queste quattro cose, puoi già forse considerarti a un altissimo livello di sfruttamento del 100% del potenziale hattrickiano!


Hattrick è managerialità ma anche, soprattutto, comunità. Di recente ti abbiamo visto all’opera con la rubrica "L’angolo di Blade". Sei un utente “social”? Ci fai una carrellata delle iniziative a cui partecipi/hai partecipato?

L'angolo di Blade era qualcosa a tempo perso, in cui se mi veniva in mente qualcosa di interessante dal punto di vista strategico lo scrivevo lì, grazie allo spazio offertomi da Il_Gim. Ma non ha scadenze, né continuità. In passato ho fatto parte degli staff NT nell'epoca in cui valeva tutto: niente valutazioni, niente predictor e tutto a sensazione/aggettivi. E niente multiskill, ma giocatori estremi quindi con molte decisioni da prendere. E' stata la parte più divertente, e la vera palestra per imparare la parte strategica del gioco. Altrimenti ci sono i raduni. Io sono quasi sempre alla pizzata milanese, che organizziamo ogni stagione, quindi cadenza di 16 settimane. Pizzata nata da una III.6 di tanti tanti anni fa in cui eravamo sempre gli stessi dentro (11 stagioni io!), e conoscendoci abbiamo scoperto di essere tutti vicini, così abbiamo iniziato a organizzarla e poi si è allargata e diventata appunto tradizione. Per il resto niente altro. Forum poco. Specie negli ultimi anni con l'imperversare di WA. Su WA ormai faccio tutto. Il nostro gruppo è affiatato ormai da anni. Nonna rambo-TM Ale-TW è un grande gruppo. Grandissimo!

A proposito di NT, ti chiedo un parere sull'ormai annosa diatriba staff-comunità. A tuo parere esiste questa distanza che si percepisce tra le due? Di chi sono le colpe, se ce ne sono? Potrei creare una rubrica nella rubrica e chiamarla Attualit-Hattrick, ti piace il nome?

(ha sorvolato volutamente su quest’ultimo punto, temo non abbia riscosso le sue simpatie)

La NT non la seguo più da tempo. La fiera del piattume. Pochi stimoli. Io mi candidai proponendo di abolire la Fed Tattica e fare tutto in conference. L'avrei fatto, e penso sarebbe stato divertente e avrebbe avvicinato la gente, o, se non altro, stimolato la discussione. La distanza invece io non la vedo. Chiunque (leggi chiunque abbia voglia di sbattersi) può far parte dello staff; scouting, sniffatori, ruoli ce n'è a non finire. Il problema è che bisogna avere voglia. A nessuno credo sia mai stato detto di no. Il problema è che ora si sa tutto, non c'è più mistero. Una volta dovevi a occhio decidere se schierare l'ala 26 cross offensiva o il centrocampista 26 regia TM. E la risposta tanto nessuno la aveva, perché non c'erano strumenti per valutarla. Inoltre il CT era ruolo di responsabilità; venivi eletto da 1000 o 2000 persone, mica come ora che vinci con 200 voti organizzati. Poi gli infiniti strumenti di analisi, uniti alle competenze, fanno sì che 9 volte su 10 la decisione presa (da tutti) è quella giusta, e solo il random influisce, quindi nessuno spunto per argomenti. Per me le NT andrebbero ampiamente riviste per impepare un po' la competizione. Non saprei bene come, ma penso che un restyling lo necessiterebbero. Certo gli HT manco sanno che esistono, quindi…

Chiudiamo l’intervista con una domanda sul futuro: come immagini Hattrick tra 10 anni? Ti ci vedi ancora dentro fino al collo o senti che la passione si sta piano piano affievolendo?

Lo vedo fondamentalmente uguale, magari ulteriormente semplificato e facilitato, dato che ormai l'evoluzione dei giochi porta sempre a quello. Lontano è il tempo in cui i giochi avevano appeal perché complessi e ti dovevi sbattere per capirli, purtroppo. Mi vedo ancora a navigare tra la A e la terza, con la stessa passione. Ormai sono un giocatore di Hattrick mentale. Non esiste l'organizzazione della mia vita senza il pensiero dell'hobby prevalente, con i suoi tempi scanditi. Quindi niente affievolimento direi. Spero che i malati di Hattrick con cui gioco siano dello stesso parere, perché in tal caso, il nostro gruppo ha risorse hattrickiane per andare avanti all'infinito. Abbiamo obiettivo HM e tutti in serie A a breve. Ce la faremo?

Difficile prevedere il futuro. Eppure, dovendo puntare qualche fiches, ho come la sensazione che questo HT-mentalist prima o poi riuscirà nel suo intento.
Perché dal suo svelarci i segreti che l’hanno portato ai piani alti del gioco trasuda prima di tutto lucidità. E si sa che questa aiuta a prendere le decisioni migliori.
E poi gli si deve riconoscere una disincantata accettazione del random, che da zavorra diventa quasi opportunità. E’ importante avere sempre un piano B, perché Murphy insegna che se una cosa può andar male...
Allora pianifichiamo, gestiamo e guardiamo al domani con fiducia. E se qualcosa va storto, "take it easy", avremo la forza di riprovarci.
Del resto non sappiamo cosa ci aspetta, non è scritto sulle carte. E, forse, sta proprio qui la magia di Hattrick.

Enrico Ballarin

2019-04-30 18:56:25, 668 views

Link directly to this article (HT-ML, for the forum): [ArticleID=20998]

 
Server 070